Le collezioni della biblioteca comprendono anche una ricca offerta di monografie, qui considerate dalle “origini” al 1960 circa.
Nel 1891 iniziò una discreta fioritura di libri con la comparsa di due trattati, dedicati a operai e tecnici, che avranno una vita editoriale fortunatissima: Il montatore elettricista di Edoardo Barni (presenti le edizioni del 1894 donata dalla famiglia Amosso e del 1911 donata dalla Lega industriale) e Impianti di illuminazione elettrica di Emilio Piazzoli (presenti le edizioni 1893 e 1900 entrambe facenti parte dei celeberrimi Manuali Hoepli e giunte la prima con donazione nuovamente della famiglia Amosso, la seconda appartenente al lascito di Enrico Guagno). Meno successo ebbe invece un coevo Manuale dell’elettricista, destinato agli stessi fruitori, scritto da due autori conosciutissimi come Ferrini e Colombo, non acquistato però dalla biblioteca a favore di un altro simile, il Manuale pratico dell’elettricista di Speciale pubblicato nel 1890. A questi manuali, che perseguivano intenti di formazione professionale di tecnici impegnati nel montaggio e nella manutenzione di impianti di distribuzione della luce, ne seguirono altri che li imitavano, ma ricca fu anche la pubblicistica che guardava a un pubblico desideroso di essere informato, magari con opere iconograficamente preziose vendute a dispense, dei più recenti progressi dell’elettricità, oppure dei fondamenti di questa nuova e fascinosa branca del sapere e della tecnologia, l’elettrotecnica.
Attorno alla metà degli anni Novanta cominciarono però a comparire anche i primi trattati destinati agli studi di livello universitario o comunque rivolti a tecnici con un non elementare livello di preparazione scientifica. I primissimi anni del Novecento conobbero una discreta fioritura di testi manualistici che si occupavano, completamente o solo in parte, di macchine elettriche. Sopra tutti va menzionato il manuale di Sartori, La tecnica delle correnti alternate (1903), il cui secondo volume (il primo è destinato ai capi-operai) si pone per il rigore della trattazione e la profondità analitica a un livello superiore rispetto al testo di Grassi (la Civica però non lo possiede).
Anche gli studi sulle macchine elettriche si arricchirono di nuovi contributi. Seppure la nostra industria in questo settore, come detto, non fece grandi passi in avanti, qualche progresso, sia pure modesto, vi fu, come attestò la grande Esposizione di Torino del 1911, e come confermò un non esaltante, ma sensibile, incremento delle ricerche.
Sulle macchine vi fu una discreta produzione manualistica, non solo rappresentata da testi generali di elettrotecnica che contenevano vari capitoli dedicati alle macchine elettriche, come fu, per es., il testo di Lombardi Lezioni di elettrotecnica del 1907 (pubblicato in seconda edizione ampliata nel 1913 con il titolo Corso teorico-pratico di elettrotecnica), che venne a proporre un’alternativa, come manuale universitario, al Corso di elettrotecnica di Grassi, oppure testi di minor successo, quali quelli di De Maria, ma anche testi di livello universitario (o quasi) che, per la prima volta, erano dedicati esclusivamente alle macchine elettriche.
Tra questi ultimi spiccano La pratica di costruzioni elettromeccaniche (1909 la prima edizione; presso la Biblioteca Civica di Biella è presente quella del 1921 che fu appositamente acquistata con i fondi del Comune di Biella) di Giulio Pardini e, soprattutto, i due volumi di Morelli, il primo titolare italiano di una cattedra dedicata alle macchine elettriche, Costruzioni elettromeccaniche, del 1913. Se il testo di Pardini si rivolgeva ai tecnici professionisti, che hanno solo «fugaci momenti» da dedicare allo studio, per fornir loro «quella sola parte di nozioni pratiche, sicure, di immediata applicazione che possa servire di guida nei quesiti più correnti» e non si discostava mai dalla buona divulgazione, quello di Morelli è più ambizioso e presenta un piano originale di esposizione della materia, «corrispondente all’ordine stesso di idee che ordinariamente segue il costruttore dal giorno in cui riceve una ordinazione, o sta per progettare una nuova serie di macchine, a quello in cui eseguisce la consegna».
Fonti web:
thesis.unipd.it
www.treccani.it
Per la saggistica contemporanea si rimanda al catalogo polobibliotecario.biella.it