Vol. III pp. 343-344
CAMANDONA (Camandona), com. nel mand. di Mosso, prov. e dioc. di Biella, div. di Torino. Dipende dal senato di Piem., intend. prefett. ipot. e posta di Biella, insin. di Bioglio.
Era altre volte un cantone di Bioglio; lo ebbero in feudo con titolo di contado i Margheri e poscia i Marchisi.
Giace alla distanza di cinque miglia dal capo di provincia.
Vi corrono tre vie: una, comunale, da levante scorge a Mosso, due miglia discosto; un’altra, provinciale, da mezzodì conducea Biella; la terza, da ponente, mette ad Andorno. Divide questo territorio da quelli di Callabiana e Pettinengo il torrente Strona su cui vi stanno tre ponti, due in pietra ed uno in legno. Lo Strona scaturisce poco lunge da Camandona ed ha foce nel Cervo.
ᏙᎥ passa il rivo denominato Anvera, che dalla parte di levante separa questo comune da quello di Veglio e si tragitta sur un ponte di legno. Si scarica nello Strona: nelle sue acque trovansi alcune trote di gusto squisito.
La strada, che di qua accenna alla Valsesia ed agli stati svizzeri, non è praticabile, se non con bestie da soma.
Nelle selve i cacciatori vi trovano faggiani e pernici. I prodotti delle mandre, alimentate dai pascoli dei vicini monti, sono di qualche rilievo. Il bovino bestiame vi è soggetto all’emormesi.
Vi si raccolgono da 60 ettolitri di castagne.
Havvi una fabbrica di stoffe in lana di diverse qualità: essa occupa di continuo dodici operai. Gli abitanti fanno il commerciode’ loro prodotti principalmente con Biella, Ivrea, Aostae col Ducato di Savoja.
La parrocchiale è sotto il patrocinio di S. Grato: le principali feste, a cui intervengono gli abitanti delle terre vicine, vi sono quelle di S. Grato e di S. Policarpo. Si veggono in essa dipinti pregevolissimi.
La più antica chiesa di Camandona è un oratorio, che per lungo tempo ebbe il titolo di vicaria. Vi è tenuta in grande venerazione la rurale cappella detta la Madonna del Mazzucco. Fra non molto vi sarà costrutto nella prescritta distanza dall’abitato un ampio cimiterio.
A pro de’ poveri evvi una congregazione di carità. In una pubblica scuola s’insegna a leggere e scrivere il maestro è stipendiato dagli allievi. Vi si vede un palazzo di bella architettura che già spettò alla famiglia Basso.
Si usano i pesi e le misure del Piemonte.
Gli abitanti di Camandona sono per lo più robusti e ben fatti della persona, singolarmente le donne. Essi conservano grata ricordanza della famiglia Cecidani, che fra loro ebbe lungo domicilio e fu assai benemerita così del comune come della sua chiesa parrocchiale. Di quella numerosa e distinta famiglia il conte Cesare fu intendente generale delle Finanze; l’abate Mattia, fu canonico della cattedrale di Torino, consultore del Re ed elemosiniere della Regina.
Popolazione 1800.
Appendice vol. XXVIII p. 11
CAMANDONA: sta a tramontana di Biella vi si contano 2291 abitanti, i quali nel 1774 erano soltanto 1642; le case ne sono 569 e le famiglie 418.
Di Camandona è nativo Guglielmo Bianco, il quale fu allievo del R. collegio delle provincie in Torino, ove, dopo di avere compiti i suoi studi in chirurgia, ne prese con distinzione la laurea (1787) e venne aggregato al collegio di quella facoltà. Informato il governo dei rari talenti del Bianco, inviollo a pubbliche spese in Francia ed in Inghilterra dove attinse lumi e potè far tesoro di molte preziose cognizioni. Reduce in patria fu nel 1800 eletto a professore nell’università e quivi dettò la Patologia delle soluzioni di continuità da violenza meccanica e della chirurgia forense. Ma sgraziatamente la morte troncò il filo della sua carriera nel 1802, essendo egli nella fiorente età di anni 55.