Biellettrico – Il Biellese elettrico 1882-1962: dalla prima scintilla all’ENEL
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Il Centro di Documentazione Sindacale “Adriano Massazza Gal” conserva la preziosa raccolta Torino e l’Esposizione Italiana del 1884. Cronaca illustrata della esposizione nazionale-industriale ed artistica del 1884 pubblicata nello stesso anno dagli editori Roux e Favale di Torino in collaborazione con i Fratelli Treves di Milano.
Il volume raccoglie i 60 numeri in folio che contengono una cronaca dettagliatissima dell’Esposizione e sono arricchiti da numerose incisioni a piena pagina che illustrano i numerosi padiglioni tematici, alcune opere esposte e la città di Torino.
L’opera fa parte della biblioteca della Società Operaia di Mutuo Soccorso e Istruzione fra gli operai di Cossila Capoluogo, oggi San Grato, e rappresenta appieno quella finalità educativa e di istruzione che costituiva uno dei cardini dell’operato delle Società Operaie stesse che avevano la consuetudine di fondare scuole e istituire biblioteche per contribuire alla crescita dei propri iscritti e dei loro familiari. L’attenzione all’istruzione di carattere tecnico, inoltre ben si conciliava con la tematica tecnico-scientifica dell’Esposizione torinese. È lo stesso resoconto a riportare un elenco di centinaia di Società Operaie, anche biellesi, tra i visitatori dei primi tre mesi di Esposizione.
Fondata nel 1864, la SOMS di Cossila vantava la biblioteca almeno dal 1882 e il volume in questione reca il numero d’ordine 130; non è difficile immaginarne anche i soci tra i tre milioni di visitatori raggiunti dalla manifestazione.
Tra le innovazioni che si imposero tra i padiglioni torinesi, certamente vi fu l’elettricità che da pochi anni aveva assunto importanza tale in Europa da aggiudicarsi spazi sempre più significativi alle grandi esposizioni. La denominazione di “Esposizione Internazionale di Elettricità” testimonia le ambizioni degli organizzatori e la varietà di provenienza degli espositori.
Inaugurata con circa un mese di ritardo per via della complessità dell’allestimento, la sezione richiese maggiore spazio rispetto alla sola galleria prevista inizialmente e le due ali furono collegate da un porticato cosiddetto pompeiano.
Tuttavia, come recita la cronaca, “la esposizione elettrica non poteva essere limitata nell’interno delle gallerie, ed essa incominciò a prendere possesso di quasi tutto il parco… Il faro L’elettricità non ama gran che di essere circoscritta da limiti né di spazio né di tempo. Il faro elettrico della Regia Marina dalla sommità del torrione destro della porta d’ingresso principale rivolge il suo fascio potente sui più cospicui monumenti della città…”.
Il giro inaugurale della famiglia reale e dei suoi familiari e ospiti fu guidato da Galileo Ferraris nella veste di presidente della sottocommissione speciale per la mostra di elettricità.
Il cronista fa entrare davvero il lettore nelle due gallerie attraverso le minuziose descrizioni degli espositori e dei loro prodotti: la Direzione dei Telegrafi dello Stato, la Eastern Telegraph Company con il Syphon recorder di Thomson, gli accumulatori di Gaston Planté, le dinamo di Tecnomasio,di Egger e Kremenezky di Budapest, di Speicker, di Ganz, le innovazioni dell’ing. Cabello per Tecnomasio, i i generatori Gaulard e Gibbs, il pendolo elettrico di Hipp.
Le grandiose installazioni della Siemens e della Società Generale Italiana di Elettricità per il sistema Edison “si rivelano in tutta la loro potenzialità industriale”.
Il resoconto termina con l’effigie in galvanoplastica del “compianto Quintino Sella… che nell’ottobre 1873 in quelle poche ore in cui trovavasi di passaggio a Vienna dopo avere visitata insieme la Galleria delle macchine di quella Esposizione internazionale, dicevami d’avervi trovata una sola novità, la quale avesse un grande avvenire; ed erano due piccole macchine Gramme”.