Biellettrico – Il Biellese elettrico 1882-1962: dalla prima scintilla all’ENEL
- L’Elettrotecnica Vallestrona: l’elettricità biellese compie 100 anni
- Biellettrico – Il Biellese elettrico 1882-1962: dalla prima scintilla all’ENEL
- Una biblioteca “illuminata”: excursus fra periodici e monografie a tema elettrico della Biblioteca Civica di Biella
- E adesso, la pubblicità… La réclame elettrica al Lanificio Vercellone
- Gli impianti Oerlikon in Valle Sessera
- A Sordevolo i cataloghi della Società Telefonica Lombarda
- Problemi telefonici a Sordevolo
- La “Lumière Électrique” dei Vercellone di Sordevolo
- L’elettricità nell’associazionismo operaio e divulgazione scientifica
- Le applicazioni Tecnomasio si diffondono nel Biellese
- Forza motrice e illuminazione per la funicolare del Piazzo
- Luce a gas o luce elettrica?
- Il Sindacato degli elettrici
- Una centrale idroelettrica all’Alpe Prato per il Lanificio Rivetti
- Le Società Operaie biellesi all’Esposizione di Torino del 1884: il trionfo dell’elettricità
- Al Rotary si parla di illuminazione elettrica
- La tramvia elettrica Biella – Oropa nelle immagini di Franco Bogge
- Corso IRPAIES alla Fabbrica della Ruota
- Biellettrico: l’atmosfera si fa elettrica all’alba del Fascismo
- “Biellettrico”, l’elettrificazione del Biellese in mostra alla Fabbrica della Ruota
- Biellettrico: nuove scoperte sull’elettricità nel Biellese
La diffusione della illuminazione elettrica dovette fare i conti con la presenza nella vita quotidiana di quella alimentata a gas. Sebbene la lampadina a incandescenza di Edison fosse stata presentata fin dal 1879, a fine secolo si riscontravano ancora incertezze circa sull’opportunità di dotarsi del nuovo sistema.
Certamente indotti da questioni di produzione e convenienza economica, i produttori di sistemi di illuminazione alimentati a gas ne esaltavano i vantaggi, non esitando a denigrare il nuovo sistema elettrico.
A metà degli anni ’80 il Lanificio Giovanni Battista Vercellone e Figli di Sordevolo riceve la pubblicità del sistema a gas Ferrario, quasi un opuscolo, che mette a paragone i due sistemi “Il gaz sistema Ferrario e la luce elettrica in Italia. Confronto fra i costi di impianto di uno e dell’altro sistema ad egual numero di fiamme e potenza di luce”.
I vantaggi del sistema brevettato Ferrario sono molteplici: è chiaro come la luce elettrica a lampade incandescenti, è più semplice perché a differenza dell’elettricità non necessita di impianti e personale tecnico tanto che “anche un contadino, dopo due o tre giorni di pratica, apprende il modo come fabbricare il gaz da sé”, è igienico perché la sua combustione non sviluppa elementi nocivi. E ancora: è sicuro perché in otto anni di impiego non a ha mai causato incendi “mentre coll’elettricità (senza voler denigrare) informino la filatura Bauer in Varallo, la sala d’Esposizione dell’Elettricità a Monaco di Baviera e diversi stabilimenti in Germania, completamente distrutti dall’incendio, causato dalla luce elettrica” e soprattutto ha minori costi di impianto, con tanto di confronto con i prezzi applicata dalla Società Italiana di Elettricità Sistema Edison. Il titolare del brevetto, Luigi Ferrario, conclude quindi che “con tutto il rispetto alla luce elettrica, davanti alla scienza della quale chi scrive si inchina, nessuno metterà in dubbio che anche il gaz sistema Ferrario non sia destinato a portare progresso nella illuminazione in Italia… come la luce elettrica”.
Qualche anno dopo anche Friederich Siemens e Robert Herbig promuovono le loro lampade a gas rigenerative confrontandole con l’illuminazione elettrica: “Mentre che la luce elettrica deve aprirsi via completamente nuova e lottare con grandi spese di impianto, incertezza di spese d’esercizio, servizio inusuale, pericolo di eventuale oscurità totale, la fiamma a rigenerazione dà una luce certa ed altrettanto bianca”. Segue una dettagliata spiegazione tecnica e illustrata sul funzionamento.