Biellettrico – Il Biellese elettrico 1882-1962: dalla prima scintilla all’ENEL
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Costituite pochi anni dopo la fondazione delle prime Società operaie di Mutuo Soccorso e Istruzione, le biblioteche circolanti delle SOMS erano finalizzate alla alfabetizzazione di massa e alla divulgazione culturale tra gli operai. Le Società disponevano presso la propria sede di una biblioteca aperta esclusivamente ai soci e ciascuna disponeva gli investimenti per l’incremento del patrimonio, la scelta delle tematiche. Nel Biellese molte di esse potevano beneficiare anche dei volumi donati dal deputato Quintino Sella, che intendeva sostenere lo sforzo di alfabetizzazione e di istruzione primaria svolto dalle Società.
Delle raccolte fanno parte generalmente manuali di materie scolastiche, testi letterari e saggi storici, racconti e trattatelli edificanti, saggi relativi all’igiene della persona e delle abitazioni. Una parte consistente, tuttavia, è rappresentata dai manuali tecnici e di divulgazione scientifica, pubblicati in prevalenza dopo l’Unificazione grazie all’impegno di case editrici che miravano a conquistare il nuovo mercato nazionale diffondendo le sempre più numerose e rapide scoperte scientifiche anche nei confronti di un pubblico di non specialisti.
A Milano nel 1867 l’editore Emilio Treves lanciò la collana “La Scienza del Popolo” che consisteva nella pubblicazione di letture e conferenze tenute presso scuole, università popolari e musei da parte di scienziati, letterati, esploratori.
Già nel 1869 si pubblicò una “lezione popolare” su Il telegrafo elettro-magnetico tenuta dal professore Leonardo Salimbeni a Modena, corredata di illustrazioni. La premessa dell’oratore ben denota lo spirito del momento: “Uno dei sintomi più sicuri del progresso della istruzione e del desiderio di apprendere nella nostra Italia consiste nel favore che in questi ultimi anni incontrarono in molte città le letture scientifiche popolari”.
Nella stessa città l’Editore Sonzogno, che fin dal 1861 aveva indirizzato la propria attività verso l’editoria divulgativa, avviò nel 1874 la pubblicazione della “Biblioteca del Popolo”, una collana di impostazione generale simile alla precedente che usciva due volte al mese con brevi saggi, anche illustrati, su varie tematiche.
Nel 1881, in concomitanza quindi con la grande Esposizione Internazionale dell’Elettricità che si stava svolgendo a Parigi, uscì un volumetto sui più recenti apparecchi elettrici: I nuovi trovati della Scienza. Il Telefono. Il Microfono. Il Fonografo. L’Aerofono. Il Fonometro. Il Megafono. Il Condensatore Cantante. La Penna Elettrica. La Matita Voltaica. Il Fotofono. Il Diafoto. Il Telegrafo Stampatore. Macchina Stenografica Michela. Lo Spettroscopio.
Entrambe le collane incontrarono il favore del pubblico meno colto e meno abbiente grazie anche alla politica dei prezzi contenuti e alle diverse forme di abbonamento proposte, assumendo quindi le caratteristiche ideali per l’incremento delle biblioteche operaie e popolari.
Sempre nel 1874 vide la luce un’altra celebre collana, la “Biblioteca Tecnica” dell’editore Ulrico Hoepli che farà dei manuali tecnici il proprio successo. Nel 1884, anno dell’Esposizione di Torino pubblica Illuminazione elettrica. Cinque conferenze tenute al Circolo Alessandro Manzoni nell’inverno 1882-83 dal professore Rinaldo Ferrini. Già autore di diversi saggi sull’elettricità, Ferrini apre la sua prima relazione così: “Ho scelto a tema delle mie conferenze l’illuminazione elettrica, lusingandomi che l’argomento possa avere un’attrattiva speciale per la sua attualità. Noi assistiamo difatti ai primi saggi di uno stabile impianto di illuminazione elettrica nelle sue forme principali, cioè colle lampade ad arco alla Stazione Centrale e con quelle ad incandescenza sotto la parte nuova del portico meridionale della piazza del Duomo. Stavo per dire che assistiamo alle prime avvisaglie di una guerra tra la luce elettrica e quella del gas per contendersi il dominio dell’illuminazione pubblica e privata. Ed è da augurarsi che ciò avvenga, perché, qualunque sia per essere l’esito di questa lotta, essa avrà per il pubblico il vantaggio di produrre un abbassamento delle tariffe di consumo e, aguzzando l’ingegno degl’inventori condurrà ad importanti perfezionamenti negli apparecchi che si adoperano sia per l’una che per l’altra”.
Il fermento internazionale intorno all’elettricità era significativo e aveva raggiunto l’Italia. Erano gli anni in cui Giuseppe Colombo aveva impiantato la centrale di Santa Radegonda a Milano, che precedette le grandi centrali europee, e in cui Galileo Ferraris a Torino scopriva il principio del campo magnetico rotante. E il Biellese, le cui fabbriche avevano bisogno di elettricità, guardava con attenzione a ciò che accadeva a pochi chilometri e si preparava a entrare nella seconda rivoluzione industriale.